Il biologico. Il territorio di Montepulciano (Siena), zona d’origine del vino Nobile (tra le prime Doc italiane riconosciute nel 1966) e già oggi certificata come area ad emissioni zero, punta a un protocollo di sostenibilità totale che affianchi a quella ambientale anche la sostenibilità economica e sociale.

Una strada imboccata anche da altri consorzi e denominazioni in Italia (un’iniziativa analoga è stata avviata dal Consorzio vini della Valpolicella) ma senza legarla in maniera chiara, come fatto dai produttori toscani, al turismo in cantina. È invece proprio questo il senso del progetto presentato ieri a Roma dai vertici del Consorzio di tutela del Nobile, dal sindaco di Montepulciano Andrea Rossi e dai ricercatori coinvolti. «Bisogna prima chiarire – ha detto il presidente del Consorzio, Andrea Natalini­ la profonda differenza tra il vino “biologico” e il vino “sostenibile”. Il primo certifica come è prodotto il vino, il secondo invece la qualità del territorio. A noi interessa quest’ultima perché sempre più consumatori stranieri dopo aver conosciuto il Nobile vogliono visitare i luoghi di origine. Per questo il territorio può fare da traino al vino».

Un obiettivo suggerito innanzitutto dai numeri. «A Montepulciano su 14mila residenti oltre 10mila sono occupati, tra addetti diretti e indotto, nei settori del vino e dell’accoglienza in campagna – ha aggiunto il sindaco di Montepulciano ­. Ma soprattutto negli ultimi anni è esplosa quest’ultima. Oggi su 1.200 posti letto disponibili a Montepulciano oltre il 50% è negli agriturismi. I turisti sono passati dai 150mila del 2011 agli oltre 300mila dello scorso anno. E parallelamente il gettito delle addizionali Irpef legate alla ricchezza prodotta sul territorio è arrivato a quota 500mila euro con una crescita di oltre il 50% in cinque anni. E tutto è dovuto all’afflusso turistico. Numeri che dicono una cosa chiara: il territorio è la leva sulla quale puntare per differenziare il nostro vino».

«Il regolamento Equalitas che abbiamo adottato – ha spiegato il docente del dipartimento Ingegneria dell’università Marconi di Roma, Umberto Di Matteo ­ è basato sulla sostenibilità ambientale (basse emissioni, ridotto consumo di acqua e promozione della biodiversità) e si allargherà presto anche agli aspetti economici e sociali. Partito da una iniziativa di una singola azienda (Salcheto) oggi coinvolge tutte le 78 aziende imbottigliatrici della Docg».

Fonte: Il Sole 24 Ore · 28 Gennaio 2017 · Giorgio dell’Orefice